VINO & CULTURA
ONYX, IL VINO DEDICATO AL CUCCIOLO DI DINOSAURO ‘CIRO’
Pietraroja è un piccolo centro sannita, collocato ad oltre 800 metri di altitudine. Avamposto beneventano nel Parco nazionale del Matese, è apprezzato per la sua aria salubre, ideale per la stagionatura dei prosciutti. Questo grazioso paese è noto in tutto il mondo per essere la patria di “Ciro”, cucciolo di dinosauro a cui la scienza ha dato il nome di ‘Scipionyx samniticus’. Autore di questa sensazionale scoperta fu Giovanni Todesco, tecnico calzaturiero veronese con la passione per la paleontologia. Era il novembre del 1980: Todesco, da poco trasferitosi in Campania per lavoro, finì quasi per caso in questo «paesetto arroccato su di un monte che sembrava – così ama ricordare Pietraroja – una cartolina di Natale». Quel giorno, in compagnia di moglie e figli, riuscì a salvare dalle furie delle ruspe, in azione alle porte del paese, alcune lastre in pietra su cui erano impressi dei fossili. Pochi giorni dopo la Campania tremò. A seguito del terremoto Todesco fece ritorno nella sua San Giovanni Ilarione, portandosi dietro quelle lastre, che restarono conservate per diversi anni in alcune scatole. Quasi dimenticate. Le tirò fuori tredici anni dopo, per farle osservare da un luminare della materia, il professore Giorgio Terruzzi. Osservando una delle lastre il docente milanese «sgranò gli occhi e rimase fermo a guardarla». E, dopo averla ispezionata per bene, «sbiancò in viso, le mani gli tremavano e incominciò a gridare “Ė lui, è lui!”». Dopo quella sera trascorsero cinque anni di silenzio, durante i quali il dinosauro fu esaminato da vari gruppi di ricercatori. Nel 1998 “Ciro” venne riconosciuto dalla comunità scientifica come uno dei fossili più importanti nella storia della paleontologia, conquistando la copertina di ‘Nature’, rivista tra le più antiche e prestigiose. Gli studi sono poi continuati, dimostrando che questo teropode, lungo poco più di venti centimetri, è un cucciolo del tutto speciale: fra i più completi che esistano, appartiene a una famiglia sconosciuta ed è il primo al mondo ad avere conservato gli organi interni.
Per rievocare questa sensazionale scoperta, avvenuta in un piccolo paese che dista solo qualche manciata di chilometri dal luogo dove opera ‘La Vinicola del Sannio’, nel 2015 abbiamo lanciato l’etichetta ‘Onix’. Iniziativa concretizzatasi grazie alla disponibilità della Soprintendenza dei beni archeologici, che autorizzò la riproduzione sull’etichetta del dinosauro vissuto 113 milioni di anni fa. Il vino fu presentato al ‘Vinitaly’. Giovanni Todesco venne a farci visita allo stand; gli donammo la prima bottiglia di quel vino che definimmo “tal quale” perché ottenuto attraverso una vinificazione tradizionale, frutto della secolare esperienza contadina. Nel consegnare quella bottiglia, abbiamo voluto ringraziarlo per quella scoperta casuale che ha acceso l’attenzione del mondo intero sulla nostra amata terra sannita, che oggi è tornata a custodire questo prezioso tesoro, collocato nell’ex Convento San Felice di Benevento.